Nella prefazione del libro Perché agli italiani piace parlare di cibo di Elena Kostioukovitch, Umbreto Eco scrive: Incontrare la cucina italiana, vuol dire scoprire la differenza abissale, non solo di linguaggio, ma di gusti, mentalità, estro, sense of humour, atteggiamenti di fronte al dolore e alla morte, loquacità o silenzio, che separano un veneto da un sardo.
Se da un lato il cibo divide, separa, distingue "un veneto da un sardo" come scrive Umberto Eco, è altrettanto vero che nonostante usi, costumi e tradizioni culinarie differenti popoli e nazioni si ritrovano uniti dalla "cucina". La cucina unisce, combina, fonde confonde e "infonde", le differenze diventano labili, nord e sud annullano le distanze, i sapori, i colori ed i profumi diventano l'unica lingua universale.
Quale palcoscenico migliore, per l'olio extravergine di oliva del Salento "I Patriarchi", se non la Bit di Milano, per realizzare e far conoscere un piatto unico prettamente salentino. Grazie all’ospitalità della Libreria Open Milano e alla fantasia di Alessandra Ferramosca è stato possibile far degustare il piatto freddo salentino per eccellenza: la frisa, per l’occasione battezzata "scomposta". La frisa prima ammollata, poi condita e arricchita diventa un pasto completo ricco di tutti i sapori i salentini.
Ingredienti:
Frisa di grano e orzo
Scapece
Olive
Formaggi
Pomodori secchi e Rape
Olio extravergine del Salento